Notizia dall’INPS: Quota 100 supera le 200mila domande

I numeri non  mentono per Quota 100, la prevalenza degli uomini batte le quote rosa.
Le richieste arrivate dal genere maschile sono 148.000, quasi il triplo di quelle femminili che ammontano a 52.000.

Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’INPS le richieste per la pensione anticipata Quota 100 sono 201.022.

Si dividono in:

  • 71.600 domande provenienti da lavoratori dipendenti del settore privato
  • 61.500 domande provenienti da lavoratori dipendenti del settore pubblico

Per il triennio 2019-2021 ammontano a 341mila i dipendenti che andranno in pensione anticipata con Quota 100.

Dall’analisi realizzata da Cgil e Inca “Disuguaglianze di genere nel sistema previdenziale” risulta palese che la manovra Quota 100 non è rivolta alle donne.
Il sindacato stima che nei tre anni oltre 43.500 donne usciranno con Quota 100 nel settore privato e più di 56.200 nel settore pubblico. Il resto della platea è rappresentato da uomini, oltre 214 mila.

E per le pensioni ordinarie?

È stato confermato con un Decreto Ministeriale il limite anagrafico sulla base della speranza di vita a 67 anni.

Questo adeguamento è la prima applicazione  della norma prevista dalla riforma del 2011 e sarà attiva per tutto il biennio 2021-2022.

Una bella notizia per chi punta al raggiungimento della pensione con i requisiti ordinari.

Ricordiamo che per accedere alla pensione di vecchiaia i requisiti sono avere minimo 20 anni di contributi versati e 67 anni d’età , lo stesso limite di età è valido per accedere all’assegno sociale nell’anno 2020.

L’adeguamento del requisito di pensionamento alla variazione della speranza di vita è stato congelato fino al 2026.
Il congelamento riguarda quindi tutti i pensionamenti anticipati a prescindere dall’età anagrafica con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi di contributi per le donne.

Nel caso dei lavoratori privati che raggiungono questo target nel 2019, il primo pagamento della pensione vine posticipato di 3 mesi, mentre per i pensionati del settore pubblico è di 6 mesi.

Rimangono inalterati fino al 2022 i criteri di accesso al pensionamento anticipato ordinario.
Quindi tutti quei lavoratori assunti dopo il primo gennaio 1996 con età minima 64 anni e almeno 20 anni di contribuzione e una pensione pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale.