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Una tassazione sempre più squilibrata, a causa della crisi del lavoro autonomo, della burocrazia e dell’inefficace lotta all’evasione.

Una tassa che pesa soprattutto su dipendenti e pensionati, oltre ai redditi medi. In un rapporto dell’Associazione Lef (per la legalità e l’equità fiscale) si notano degli enormi squilibri tra le diverse categorie di contribuenti.

Si nota una distribuzione disomogenea del peso fiscale, infatti il numero dei redditi da lavoro dipendente e da pensione è il 50% del totale dei redditi dichiarati, l’imposta che ne consegue è pari al 75%, addirittura 83% nel 2014. Il risultato è che in confronto alle imprese il reddito da lavoro dipendente e le pensioni pagano di più rispetto alle aziende.

La progressività dell’imposizione è supportata principalmente da chi percepisce queste due tipologie di reddito e in generale dai redditi da lavoro. Questo è causato dall’uscita di alcune tipologie di reddito dal campo di applicazione dell’imposta: “stimando che il reddito da capitale posseduto dalle persone fisiche e sottoposto ad imposta sostitutiva sia pari a circa 10 miliardi, nel triennio 2011-2014 la somma dei redditi che sfuggono ogni anno alla progressività dell’Irpef arriva a circa 35 miliardi, pari a poco meno del 4,3% del reddito complessivo dichiarato”.

Inoltre c’è l’ effetto della crisi e del lavoro precario, oltre al numero di imprese che è pari ad un -11% tra il 2003 e 2014, insieme ad un +7% di soggetti che svolgono lavoro autonomo. Il maggiore peso per l’Irpef grava su quei soggetti che hanno reddito tra 35.000 e 50.000 euro, che si trovano a pagare un’aliquota media pari al 24,48%.

Altro dato di cui tenere conto è l’inefficacia dei controlli anti-evasione,  infatti dati rilevano che chi è stato trovato ad evadere non ha modificato il proprio comportamento negli anni successivi.

Al termine del dossier di Lef c’è un espressione concreta sul modello da adottare tra contribuente e amministrazione per la lotta contro l’evasione, proponendo l’introduzione di dati e contatti già al momento della dichiarazione, invece di fare indagini successive. Inoltre sarebbe anche necessario semplificare la determinazione della base imponibile: oggi le agevolazioni fiscali, tra deduzioni, detrazioni e crediti d’imposta, sono in tutto 80, con sei diverse tipologie di oneri detraibili. Infatti solo per l’anno d’imposta 2014 sono stati movimentati 400 milioni di documenti per comprovare il diritto dei contribuenti alle agevolazioni.

La soluzione è la separazione della contribuzione fiscale del welfare, sostituendo le agevolazioni fiscali con trasferimenti diretti. Attualmente oltre 5 milioni di contribuenti non possono detrarre/dedurre, per assenza d’imposta da pagare, in tutto o in parte, detrazioni da lavoro e per familiari a carico e oneri deducibili/detraibili per spese personali per un importo complessivo pari a circa 10 miliardi d’imposta.

Alessandro Sartoretto

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