Un intervento che cambia le regole del sistema previdenziale

L’aumento età pensionabile 2027 è ormai confermato dal governo, insieme a un ritocco minimo degli assegni più bassi. Dal 1° gennaio 2027 l’età di uscita salirà a 67 anni e 3 mesi, adeguandosi all’aspettativa di vita, mentre per le pensioni minime è previsto un incremento di soli 20 euro al mese. Una misura che rischia di far discutere profondamente milioni di cittadini che contavano su un intervento più significativo.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che l’obiettivo è «conciliare il legittimo desiderio dei lavoratori di andare in pensione e la tenuta del sistema previdenziale». Tuttavia, la percezione diffusa è che si stia chiedendo un sacrificio ulteriore a chi già si trova in difficoltà, mentre la risposta economica offerta risulta quasi simbolica.

Dal 2027 più anni di lavoro richiesti a quasi tutti

L’aumento età pensionabile 2027 scatterà ufficialmente per la maggior parte dei lavoratori, fatta eccezione per categorie definite gravose o usuranti, e per i lavoratori precoci, che potranno contare su un lieve differimento dell’adeguamento.

Nello specifico, dal 2027 potranno accedere alla pensione:

  • Uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi

  • Donne con 41 anni e 10 mesi di contributi

  • Tutti gli altri con 67 anni e 3 mesi di età

Giorgetti ha chiarito che, salvo interventi parlamentari successivi, la misura è considerata tecnicamente inevitabile per la sostenibilità del sistema. Non è escluso che il Parlamento riapra la discussione, ma al momento la strada è segnata con precisione.

Solo 20 euro in più per le pensioni minime

Nel frattempo, mentre l’aumento età pensionabile 2027 impone un prolungamento della vita lavorativa, l’incremento delle pensioni minime sarà di appena 20 euro al mese. Una misura che viene presentata come superiore all’intervento dell’anno precedente, ma che — di fronte al carovita — rischia di apparire puramente simbolica.

Il governo ha previsto uno stanziamento di:

  • 460 milioni nel 2026

  • 1,8 miliardi nel 2027

  • 1,15 miliardi nel 2028

Secondo Giorgetti, l’intervento tiene conto dell’inflazione e rappresenta un “miglioramento”. Ma per molti pensionati sarà difficile percepire un reale cambiamento nella vita quotidiana.

Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale verso la proroga

Accanto all’aumento età pensionabile 2027, dovrebbero essere prorogate alcune vie di uscita anticipata già attive:

  • Quota 103 → uscita a 62 anni con 41 anni di contributi

  • Opzione donna → anticipo per le donne con 35 anni di contributi, accettando il calcolo contributivo

  • Ape sociale → anticipo per categorie vulnerabili, prima dei 67 anni

Queste misure agiranno come valvole di sfogo parziali, ma non mutano il quadro generale: la tendenza è verso un progressivo ritardo dell’uscita dal mercato del lavoro.

Una riforma destinata a fare rumore

L’impatto dell’aumento età pensionabile 2027 non sarà soltanto di natura tecnica o normativa, ma avrà conseguenze profonde sul piano sociale, psicologico ed economico. Il fatto che l’uscita dal lavoro venga ulteriormente posticipata proprio mentre le pensioni minime aumentano di appena 20 euro al mese rischia di generare malcontento, tensione latente e senso di ingiustizia in una parte sempre più ampia della popolazione. La misura colpisce soprattutto chi svolge lavori usuranti, chi ha iniziato a lavorare in giovane età, chi arriva a fine mese con difficoltà, e vede sfumare l’idea di un’uscita dignitosa e non troppo lontana.

Sempre più cittadini percepiscono di trovarsi davanti a un sistema che chiede continuamente di lavorare di più, senza però offrire un sostegno economico proporzionato al sacrificio richiesto. La sensazione è quella di una distanza crescente tra decisioni politiche e realtà quotidiana della gente comune. E non è escluso che la vera battaglia, nei prossimi mesi, si sposti non solo sul terreno legislativo, ma sul piano dell’opinione pubblica e della pressione sociale, con possibili richieste di correttivi immediati e più incisivi da parte di sindacati, categorie fragili e opinione pubblica.