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- Mutuo a tasso fisso o variabile? Questa è la domanda principale che si pongono le famiglie italiane.
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Mutuo a tasso fisso o variabile?
Questa è la domanda principale che si pongono le famiglie italiane.
La risposta non è semplice, ma oggi sembrano in aumento coloro che non hanno dubbi sullo scegliere un finanziamento a tasso fisso.
Infatti, nei primi 9 mesi del 2015 sono ben il 74,5% gli italiani che hanno contratto un mutuo ad interesse fisso, contro il 23% di coloro che hanno optato per il variabile.
Questi dati trovano spiegazione nel costo del denaro che, da tempo, in Europa è fermo al minimo storico dello 0,05% e che quindi rende molto conveniente fermare le rate dei mutui sui tassi attuali, in previsione di un inevitabile aumento futuro.
Quali sono gli svantaggi di entrambe le tipologie di mutuo? Partendo dal mutuo a interesse variabile, risulta poco conveniente contrarlo a causa del suo costo che segue l’andamento dei saggi d’interesse in Europa, aumentando o diminuendo analogamente.
Per quanto riguarda il mutuo a tasso fisso invece, essendo meno rischiosi, hanno la tendenza a costare mediamente di più.
Facciamo un esempio concreto: un finanziamento da 100mila euro per l’acquisto della prima casa costa almeno 200mila euro. Coloro che scelgono un rimborso decennale con rateizzazione a interesse costante pagano almeno 909 euro al mese, scendendo fino a 390 se la scadenza del rimborso viene prolungata fino a 30 anni. Chi al contrario privilegerà il tasso variabile, per la stessa somma rimborsabile in 10 anni, pagherà ogni mese una rata di almeno 878 euro con possibilità di scendere fino a 340 se il debito viene protratto fino a 30 anni.
Da questo esempio possiamo ben capire che contrarre un mutuo a tasso variabile comporta sicuramente qualche rischio in più ma permette di risparmiare decine di euro al mese.
Cosa conviene quindi? Chissà che questo articolo non vi abbia aiutato a decidere.
Alessandro Sartoretto
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