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- Quanto dovrebbero aumentare gli stipendi dei docenti per compensare perdita del potere d’acquisto dovuto al blocco dei contratti?
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Quanto dovrebbero aumentare gli stipendi dei docenti per compensare perdita del potere d’acquisto dovuto al blocco dei contratti?
Attualmente in atto è la discussione su quanto dovrebbe aumentare la cifra dello stipendio dei docenti per compensare la perdita del blocco contratti.
È ripartita a settembre la trattativa per il rinnovo dei contratti degli statali, con approcci differenti a seconda della categoria di appartenenza.
Con la riforma Madia della Pubblica Amministrazione la Scuola sarà tra queste categorie, che raggruppa come numero un terzo degli impiegati statali. Il blocco dal 2009 ha fatto perdere molto ai docenti, ed è un dato da tenere in considerazione per il rinnovo dei contratti, oltre al fatto che l’inflazione e l’annullamento dell’utilità per gli scatti di anzianità hanno danneggiato il potere d’acquisto degli stipendi.
Secondo i dati Istat, da sette anni a questa parte il personale scolastico ha perso il 9,6% proprio dall’inflazione. Oltre a questa perdita bisogna aggiungere l’influenza sulle retribuzioni grazie all’eliminazione delle utilità valide per gli scatti di anzianità, arrivata tre anni fa. A causa di quest’ultima si calcolano mille euro netti in meno l’anno. Da questa grossa perdita necessiterebbe quindi di una spesa totale di 3 miliardi di euro da parte del Governo Renzi solo per la categoria Scuola.
Il quotidiano economico sarebbe arrivato alla conclusione che per riallineare la perdita del potere di acquisto gli stipendi dei docenti dovrebbe aumentare di non meno di 180 euro mensili, qualche decina di euro in più rispetto alla cifra chiesta dai sindacati, che valutano l’aumento da un minimo di 132 euro netti mensili ad un massimo di 150 euro. La spesa complessiva dello Stato sarebbe quindi stimabile a sette miliardi di euro.
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