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Il Governo ha stanziato 300 milioni per il sistema previdenziale, oltre all’ampliamento della platea di lavoratori che potrebbero accedere alla pensione prima dei 67 anni, ma queste proposte ancora non bastano alla Cgil per approvare il piano.

Susanna Camusso, leader della Cgil, commenta la riunione a Palazzo Chigi  parlando di una grossa insufficienza, annunciando anche una prima mobilitazione per la data 2 dicembre con alcune manifestazioni. Le proposte del premier non bastano al fronte sindacale, contestando le cifre messe a disposizione, in quanto i lavoratori esenti da quota 67 anni per la pensione non risulterebbero 20 mila, ma appena 4.000 e le risorse stanziate sarebbero solo 63 milioni. La convinzione della Camusso rimane che è possibile fare di più, sia per le donne che per i giovani.

È stato chiesto infatti ai presidenti dei gruppi parlamentari una incontro urgente in vista dei lavori sulla Legge di Bilancio. Verrà proposto dal Governo un pacchetto di provvedimenti sotto forma di emendamento alla manovra già nei prossimi giorni, con 12 punti chiave.

È previsto l’allargamento dell’Ape social con un fondo specifico per prorogarlo e renderlo strutturale, oltre ad aggiungere altre 15 categorie di lavori gravosi all’esenzione da quota 67 anni di età dal 2019. Il governo ha già inserito altre misure come lo sconto fino ad 1 anno alle lavoratrici che entrano nella categoria dell’Ape social ed ha inoltre confermato il suo impegno nei confronti delle futuro pensioni di giovani e donne.

Gentiloni sostiene che questa proposta è molto sostenibile ed è un buon risultato, sostenuto ad oggi anche dal leader della Cisl Furlan. Lo scontro di pensiero rimane quindi ad oggi tra i sindacati, per Barbagallo della Uil il lavoro svolto fino a oggi ha aperto uno spiraglio nella rigidità della legge Fornero, in quanto, viste le scarse risorse economiche, è stato però fatto il massimo per garantire condizioni economiche certe.

Alessandro Sartoretto

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