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Dal 2019 le pensioni saranno più basse, fino quasi 300 euro in meno. 

Il ministro dell’Interno e vice premier Matteo Salvini ha ribadito negli scorsi giorni, gli impegni presi dal governo M5s-Lega riguardo al tema pensioni, confermando l’obiettivo di smontare una volta per tutte la Legge Fornero.

L’introduzione della quota 100 consentirà ai pensionati di accedere alla pensione con 41 anni di anzianità contributiva, anche se Salvini non si è ancora sbilanciato sui tempi e sulle coperture. È probabile infatti che la quota 100 sia attivata non prima del prossimo autunno. 

Attualmente c’è una sola certezza per chi andrà in pensione dal 2019, ovvero che riceverà un assegno più basso. Questo è l’effetto di un adeguamento automatico del coefficiente di trasformazione per le pensioni in riferimento alla Riforma Fornero del 2011. Questo meccanismo ha tagliato le pensioni di circa il 12% in dieci anni, fissando i coefficienti di trasformazione del contante contributivo validi dal 2019 al 2010. Questi coefficienti applicati al totale dei contributi versati durante il periodo lavorativo determinano l’importo annuo dell’assegno pensione del lavoratore stesso.

Sono coefficienti che variano in base all’età, ovvero tra i 57 anni e i 71 anni, e saranno più alti tanto quanto sarà alta l’età del lavoratore che accede alla pensione.

Il segretario confederale Domenico Proietti sottolinea la necessità di modificare questi criteri dei coefficienti di trasformazione per le pensioni. Il fatto che siano legati all’aspettativa di vita sono attualmente causa di una grossa penalizzazione per i lavoratori che andranno in pensione dal 2019. 

Ad esempio, un lavoratore di 62 anni che a Gennaio 2019 accederà alla pensione avrà un trattamento annuo lordo di 13.411 euro, ovvero 268 euro in meno di un lavoratore che andrà in pensione a Dicembre 2018.

Alessandro Sartoretto

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