Cosa potrebbe cambiare per le Pensioni dopo i risultati elettorali?

M5S e la coalizione di Centro Destra durante la campagna elettorale hanno proposto la modifica o l’eliminazione della Legge Fornero, con ripristino della Quota 100, Quota 41 e la proroga dell’Opzione Donna.

La Lega ha proposto l’abolizione della Legge Fornero, che però è poi stata messa in secondo piano per agevolare il ritorno della Quota 100 e Quota 41 per tutti i lavoratori. Nel caso dovesse essere abolita, l’attuale riforma cambierebbe l’età di accesso alla pensione e si tornerebbe alle vecchie quote, con differenze tra lavoratori dipendenti e autonomi, oltre alla distinzione tra pubblici  e privati.

Gli attuali lavoratori dipendenti potrebbero accedere alla pensione di anzianità quota 97,6 con almeno 35 anni di contributi, 61 anni e 7 mesi e attesa di 12 mesi per la maturazione dell’ultimo requisito. Per la pensione di anzianità invece ci vogliono 40 anni di contributi e 15 mesi di attesa. Inoltre per la pensione di vecchiaia degli uomini e dipendenti pubbliche servono 65 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi, mentre per le lavoratrici del settore privato servono 61 anni e 10 mesi di contributi più l’attesa di 12 mesi.

Per i lavoratori autonomi invece lo scenario potrebbe essere diverso. Pe la pensione di anzianità quota 98,6 si hanno 35 anni di contributi e 62 anni e 7 mesi di età, con finestra di 18 mesi per la maturazione dell’ultimo requisito. Per la pensione di anzianità invece servono 40 anni di contributi e un’attesa di 21 mesi. La pensione di vecchiaia ha invece come requisiti per gli uomini 65 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi, mentre per le donne del settore privato servono 61 anni e 10 mesi più 18 mesi di attesa.

Nel modello attuale questi requisiti sono validi per i lavoratori esodati.

Per quanto riguarda la Quota 100, prima che entrasse in vigore la Legge Fornero questa era applicata alle pensioni di anzianità, oggi invece è applicata alle pensioni di anzianità sui lavori usuranti. La Quota 41 invece è attualmente applicata ai lavoratori precoci che hanno almeno 12 mesi di contributi accreditati prima del 19° anno di età e iscritti alla previdenza obbligatoria del 1996, oltre a far parte della categoria dei disoccupati, dei caregiver , invalidi al 74% o addetti ai lavori usuranti.

È valida anche la proposta du prorogare l’Opzione Donna, accessibile alle dipendenti che hanno compiuto 57 anni entro il 31 dicembre 2015 e 35 anni di contributi entro la stessa data.

L’eliminazione dell’attuale Legge Fornerno porterebbe però un buco di 350 miliardi di euro fino al 2060, che andrebbe ad incidere il Pil Italiano ogni singolo anno.

Alessandro Sartoretto