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Secondo i dati del (DEF), la spesa per le pensioni in Italia nei prossimi 20 anni si alzerà a livelli record.
Nel 2040 si raggiungerà addirittura il 18,4% del Pil italiano.
Giorgia Meloni ha lanciato una proposta di riforma sulle pensioni d’oro, proponendo un ricalcolo sugli assegni che superano i 5.000 euro mensili: “in pratica fino a 5 mila euro non si tocca niente, per la quota che eccede si verifica se hanno pagato i contributi”.
Luigi di Maio replica puntando sul fatto che occorre invece affrontare con maggior attenzione il tema giovani ed il problema del lavoro. Di Maio spara a zero anche sui sindacati, i quali incassano pensioni d’oro e prendono finanziamenti non troppo giustificati.
Nel caso sindacati scaturito da Di Maio interviene anche il Ministro Poletti, il quale afferma chiaramente che il sindacati hanno la loro autonomia, e va rispettata a pieno. Anche Elsa Fornero torna a parlare di pensioni, ribadendo il concetto che la politica italiana ha sfruttato e votato la riforma pensioni del 2011, per poi arrivare ad oggi attaccandola e criticando chi l’ha firmata ai tempi.
L’ex Ministro Fornero ricorda che lei stessa ha avuto a disposizione 20 giorni per mettere in piedi la riforma pensioni del 2011 e che per 5 anni non è stata modificata, quindi di fatto è una riforma che può essere tranquillamente portata in Europa come importante acquisizione del nostro paese.
Si esprime anche il presidente dell’INPS, Tito Boeri, il quale è totalmente contrario al blocco dell’aumento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita che dovrebbe scattare dal 2019. Il blocco del meccanismo porterebbe ad un riscontro negativo sulla credibilità del debito pubblico, visto che comporterebbe un costo di circa 140 miliardi di euro.