Diventa legge la stretta sugli statali che timbrano il badge e poi se ne vanno dal posto di lavoro.

Una legge più dura verso i dipendenti pubblici che timbrano il cartellino ed escono per andare a passeggiare, al supermercato o ad un secondo lavoro.

I classici “furbetti” sono sempre esistiti, ma da oggi per quanto riguarda il luogo di lavoro saranno puniti duramente rischiando di essere licenziati in breve tempo. Dopo quarantotto ore possono essere sospesi ed hanno a disposizione due settimane per difendersi dalle accuse. Secondo il decreto della riforma Madia sono 30 i giorni stabiliti per decidere come procedere con il dipendente pubblico che timbra il cartellino per se o per altri e poi abbandona il posto di lavoro per impiegare il tempo in proprie cose. Ne è convinto anche Matteo Renzi, che dichiara apertamente essere un provvedimento “cattivo ma giusto”.

Ricapitolando: chi viene colto sul fatto viene sospeso entro 48 ore, rimane senza stipendio, ma percepisce un cosiddetto “assegno alimentare” pari a metà del salario base.

Il caso verrà chiuso in un mese e dal momento in cui il lavoratore sarà messo al corrente della sua sospensione ha tempo 15 giorni per difendersi dall’accusa. I restanti 15 giorni sono poi dedicati al completamento dell’istruttoria. Nel caso in cui il dipendente sia reperibile tramite raccomandata potrà passare al massimo un ulteriore mese di tempo dall’accaduto.

Se il dirigente non avvierà subito il procedimento disciplinare può essere licenziato e rischiare addirittura il reato penale con carcere da sei mesi a due anni per omissione di atti d’ufficio, con decisione finale di un giudice.

Pensando che un’azienda, a causa di una scorrettezza di un suo dipendente, potrebbe subire un danno d’immagine (dato che i mezzi di comunicazione potrebbero diffondere la notizia) il dipendente potrà trovarsi a pagare una cifra di almeno sei mesi del suo stipendio.

I licenziamenti saranno più facili anche per chi verrà colto sul fatto a rubare o verrà accusato di truffa, questo è quello a cui sta lavorando il ministero della Pubblica Amministrazione.

Alessandro Sartoretto