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Ci saranno condanne più severe e licenziamenti più veloci per chi pensa di fare il furbo sul posto di lavoro.

Sarà consentito il licenziamento per i dipendenti pubblici accusati di manipolazione sui cartellini segnatempo personali, decisione presa dalla Corte di Cassazione. La sentenza 17637, a seguito del ricorso si un medico Asl di Roma, ha confermato la legittimità dl licenziamento verso quei lavoratori assenti senza comunicazione, escludendo ogni tipo di motivazione.

Nessuna giustificazione diventa quindi valida, come nel caso di un dipendente Asl, medico di Roma, che dopo aver timbrato il suo cartellino si allontanava dal posto di lavoro rientrando poi per ritirare l’orario di uscita.

Furbetti del Cartellino: licenziamento e non solo

L’accusato in questione ha rilasciato alla Corte di Cassazione motivazioni legate ad un periodo di forte stress, che avrebbe compromesso la sua capacità di intendere e di volere, seguito da esaurimento nervoso. Un’incapacità che però lo vedeva sempre puntuale nel timbrare il cartellino nelle ore di entrata ed uscita da lavoro.
Tutte le motivazioni sono quindi irrilevanti, non solo per non aver richiesto un permesso per allontanamento da lavoro, ma anche per aver falsificato la presenza in entrata e in uscita. Secondo il Testo unico sul pubblico impiego (art.55ter, decreto legislativo 165\2001) questo caso è falsa attestazione della presenza in servizio, portando quindi al licenziamento del dipendente “furbetto”.

 In questo caso la Suprema Corte ha oltretutto osservato come la falsa attestazione possa anche essere considerata un caso di truffa aggravata. Falsificare il cartellino segnatempo provocherebbe dunque anche un danno economico alla pubblica amministrazione, comportando ulteriori sanzioni e condanne a chi pensa di fare il furbo.
Possiamo dire che questa sentenza è stata la conferma alle modifiche apportate dalla Riforma Madia per i dipendenti pubblici accusati di uso fraudolento dei badge marcatempo portino, con diversi recenti scandali proprio tra la pubblica amministrazione.

Alessandro Sartoretto

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