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Il dato è allarmante: in Italia quattro aziende su dieci subiscono truffe da finanziarie fantasma, clienti derubati, consumatori ingannati da ladri digitali.

Il fenomeno è cresciuto del 6% nel 2013 ma l’ allarme non scatta perché da dieci anni l’Istat ha smantellato le statistiche giudiziarie e solo la metà dei casi viene denunciata.

In Italia la criminalità economica è in aumento più che nel resto d’Europa: frodi fiscali, truffe, contraffazioni, crimini informatici, bancarotte e fallimenti programmati fanno centinaia di vittime all’anno e danni per milioni e milioni di euro; basti pensare alle ultime vicende del Parma calcio, dove sembra che gli esperti del cybercrime abbiano procurato il denaro, circa 4,5 milioni di euro, attraverso le carte di credito clonate e conti correnti hackerati per risanare le casse della società al Presidente Manenti; ma gli esempi sono tantissimi: la famosa “Truffa di Natale” ovvero la finta vendita on line di materiale informatico, per il valore di 500.000 euro, che gli acquirenti hanno pagato sul web e non hanno mai ricevuto; le aziende on line facevano capo ad una certa Italia Digital che dopo aver incassato un bel po’ di soldi ha chiuso lasciando tutti a bocca asciutta; oppure i 7 dirigenti di una banca con sportelli in Friuli che hanno manipolato il software della banca per incassare interessi superiori rispetto a quelli previsti per i mutui: si parla che dal 2004 oltre 54.000 operazioni siano state manomesse per un totale di 88 milioni di euro con truffe a danno di clienti per 150.000 euro ciascuno.

Quello che si sa è solo la punta dell iceberg, il problema è il sommerso, le centinaia di vittime che ogni anno vengono raggirate, spesso sole o in gravi difficoltà economiche. Infatti la crisi ha tolto la possibilità a molte aziende di essere finanziate, quindi spesso l’imprenditore per pagare gli stipendi e proseguire l’attività si rivolge a fantomatiche finanziarie o agli strozzini che applicano interessi irrestituibili.

Le aziende più colpite sono quelle del settore manifatturiero (67%), trasporti e logistica(40%) e servizi finanziari(28%). Spesso l’autore delle frodi è un collaboratore interno all’azienda, ha tra i 41 e i 50 anni ed un titolo di studio secondario o laurea.

Ma perché il fenomeno non è conosciuto?
Perché da dieci anni l’Istat ha cancellato le statistiche giudiziarie e ora il compito di raccogliere i dati è stato passato ai ministeri della Giustizia e dell’Interno, ma l’attività delle amministrazioni pubbliche è finalizzata più ad aspetti organizzativi che di conoscenza.
Ovviamente il consiglio è quello di fare più verifiche possibili sui soggetti a cui chiediamo un prestito o verso cui dobbiamo effettuare un acquisto.

 Alessandro Sartoretto

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