L’ex ministro Fornero torna a parlare di pensioni, questa volta affrontando anche il problema intergenerazionale, con genitori super tutelati e figli senza garanzie per il futuro, portando un sistema pensioni sbilanciato verso le generazioni più vecchie.

Ci sono delle disfunzionalità della previdenza italiana alle quali a suo tempo la Fornero ha provato a mettere una toppa, ma che in realtà derivano dal fatto che la Corte dei Conti dichiarò illegittimo il blocco per due anni dell’indicizzazione degli assegni pensionistici superiori ai 1500 euro lordi. Secondo Elsa Fornero non si comprese il rischio della situazione economica di quel periodo, oltre all’incompatibilità dei diritti pensionistici in relazione alle esigenze di bilancio, portando inevitabilmente un danneggiamento per le generazioni future, sul quale ricadrà tutto il debito.

Queste dichiarazioni hanno però una serie di contraddizioni, come ad esempio il discorso del debito, che non dovrà essere ripagato dalle generazioni future, perché si rinnova ogni anno, l’unica cosa che conta è la sua sostenibilità, assicurata dalla crescita. La crescita del Pil consente di pagare le pensioni, ed è stato analizzato che il rapporto debito/Pil è aumentato, da circa il 116% al 128% tra il 2011 e il 2013, anni in cui sono state attuate le manovre del suo governo. Il debito non ricadrà quindi sulle spalle delle future generazioni se si assicurerà un aumento adeguato al reddito.

Secondo la Fornero lo Stato deve assicurare i diritti sociali, quali, il lavoro, una retribuzione commisurata alla qualità e quantità del proprio lavoro e mezzi adeguati alle esigenze di vita come invalidità, malattia, vecchiaia.

Secondo l’ex ministro i diritti non sono solo per gli anziani, ma anche dei giovani. Quei giovani che si sono visti spostare l’età pensionabile talmente in là che si è ottenuto un record Europeo. 

Alessandro Sartoretto