Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto con le misure per le pensioni.

La misura simbolo del governo Lega-M5S partirà in via sperimentale per il triennio 2019/2021.
Durante questo periodo i lavoratori che fanno capo all’INPS che hanno almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi potranno andare in pensione anticipata.

Nei tre anni d’applicazione i possibili interessati all’uscita anticipata sono un milione di lavoratori.

Le misure contenute nel decreto definitivo prevedono alcune novità rispetto alle bozze precedenti:

  • no divieto di cumulo entro i 5.000 euro lordi in caso di lavoro occasionale
  • nessun adeguamento alla speranza di vita
  • possibilità di riscattare in maniera agevolata gli anni di laurea
  • blocco degli aumenti dell’età pensionabile
  • proroga Opzione donna e Ape sociale

Cosa dice il decreto legge?

L’articolo 27 del decreto stabilisce che l’INPS ogni 2 mesi nel 2019 e ogni 3 mesi nel 2020/21 raccolga le domande di pensione anticipata con Quota 100 e ne comunicherà i dati al ministero dell’Economia e del Lavoro.

Per scongiurare la corsa all’uscita anticipata dal lavoro è stata inserita una norma che permette di usufruire di Quota 100 anche dopo il 2021, purchè il lavoratore abbia maturato i criteri entro il triennio 2019/2021.

Le tempistiche previste dal decreto

I lavoratori privati che raggiungono i requisiti entro il 31 gennaio 2018 riceveranno la pensione dal primo aprile 2019. Coloro che li raggiungeranno il primo gennaio 2019, avranno la pensione con decorrenza tre mesi dopo la maturazione dei requisiti stessi.

Per i dipendenti pubblici, invece, i tempi si allungano.
Quelli che soddisfano i requisiti minimi entro l’entrata in vigore del decreto avranno la pensione con decorrenza primo agosto. Quelli che maturano i requisiti dal primo febbraio 2019 dovranno aspettare 6 mesi (anziché i 3 dei privati) e avranno l’obbligo di dare un preavviso che andranno in pensione almeno 6 mesi prima al datore di lavoro.
Coloro che decidono di andare in pensione con quota 100 non possono, fino al raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, cumulare altri redditi, quindi lavorare.

I lavoratori della scuola potranno uscire con «quota 100» dal primo settembre prossimo, con domanda da presentare entro il 28 febbraio.