Licenziamenti in 48 ore per i dipendenti pubblici assenteisti
Matteo Renzi ha annunciato il nuovo decreto del governo che consentirà di licenziare i dipendenti pubblici assenteisti. Si sono verificati molti episodi, come ad esempio il vigile di Sanremo che timbra il cartellino in mutande o dipendenti del museo che passano giornate a scommettere o lavorare al posto del marito. Eppure non ci sono dati concreti che dichiarano ufficialmente una crescita dell’assenteismo nei dipendenti pubblici, anche se i dati sono abbastanza vecchi e risalgono al 2014. Se il governo vara un decreto legge per uno scandalo, probabilmente l’intenzione è di intervenire sui licenziamenti nella pubblica amministrazione e quindi non cambieranno solo le tempistiche sul licenziamento, ma anche la responsabilità del dirigente e i rapporti di forza fra capo e dipendente. Così facendo, passa un messaggio importante, ossia quello di eliminare i “fannulloni”.
Il tema dell’assenteismo nei dipendenti pubblici è stato riformato solo sei anni fa, dall’allora ministro Renato Brunetta, introducendo disincentivi economici per gli assenteisti e inasprendo i controlli medici. Il 2014 si chiude con un ribasso del 5% dei giorni persi per motivi di salute, cui si aggiunge una flessione del 2,9 per tutti gli altri tipi di assenza, dai permessi per congedo ai corsi di aggiornamento. Tuttavia i dati erano comunicati solo da 4.434 uffici su un totale dei circa 21mila che compongono la pubblica amministrazione italiana escludendo il sistema scolastico.
L’assenteismo è costato alle casse dello Stato 11 miliardi e 189 milioni di euro (nel 2014). Nel 2013 su 3 milioni di lavoratori ci sono stati circa 7000 provvedimenti disciplinari. Nel decreto presentato ora sono 3 le principali novità: Tempistiche del licenziamento del fannullone che dovrebbe essere sospeso da incarico e stipendio in 48 ore, la responsabilità del dirigente che dovrebbe licenziare, che diventa ora reato penale per omissione, e quindi a sua volta punibile con il carcere. Infine si inserisce il reato d’immagine per quegli scandali che ledono la pubblica amministrazione finendo sui titoli di giornale.
Inoltre con questo decreto il dirigente che licenzia un dipendente pubblico assenteista non sarà più perseguibile per danno erariale in caso che il licenziamento venga in seguito trovato illegittimo. Con questo, l’obiettivo di Renzi è quello di riformare la pubblica amministrazione dando più potere ai dirigenti. Sorge una domanda spontanea che è quella del perché di questo decreto se non esistono dati precisi e aggiornati. E la risposta potrebbe essere quella del fatto che dire “licenziamenti in 48 ore” fa presa sugli elettori, bella figura sui giornali. E un bello schiaffo ai sindacati che non dispiace per nulla all’attuale governo. Emerge quindi la logica del dirigente con più poteri e del dipendente con meno tutele. Un dubbio è quello se effettivamente un dirigente potrà andare in galera per non avere licenziato un fannullone. Nonostante tutto il vero problema della pubblica amministrazione resta il clientelismo, la corruzione, le infiltrazioni mafiose e le interruzioni di servizi essenziali.
Alessandro Sartoretto