L’età per la pensione di vecchiaia sarà la più alta in Europa: il divario aumenterà nei prossimi anni. Lo scatto è previsto dalla riforma Fornero del 2011.

Mentre le differenze fra uomini e donne in ambito lavorativo sono ancora molte, dal 2018 la parità di genere sarà effettiva per l’età pensionabile. Infatti le donne che lavorano nel settore privato andranno in pensione alla stessa età degli uomini: 66 anni e sette mesi, un anno dopo rispetto a oggi.

L’età più alta in tutta Europa.

Niente di sorprendente, perché tutto questo è previsto dalla riforma Fornero, che nel 2011 ha alzato l’età della pensione per tutti fissando anche le tappe per la progressiva unificazione dei requisiti tra uomini e donne, già raggiunta due anni fa dai dipendenti della pubblica amministrazione.

Un’altro tema caldo di questi giorni è l’innalzamento automatico per tutti i lavoratori a partire dal 2019 dell’età di pensionamento a 67 anni. Questo scatto di ulteriori 5 mesi è frutto di norme vecchie di otto anni che adeguano in automatico l’età del pensionamento alla speranza di vita.

Entrambe le scadenze quindi, sono conosciute da tempo. Ma a pochi mesi dalle elezioni, questa rigidità mostrata dal governo a difesa delle regole in vigore, accettando solo piccole modifiche, rischia di creare grosse incrinature.

È previsto un incontro tra i tecnici di Palazzo Chigi, quelli dei ministeri del Lavoro e dell’Economia, con i sindacati, per discutere proprio di questi due argomenti.

Intanto arriva la proposta del Governo per le lavoratrici che rientrano nelle categorie protette dell’Ape sociale, le quali potrebbero accedere al pensionamento a 63 anni attraverso questo strumento, avendo versato contributi per 28 anni invece di 30, in caso di disoccupazione, e 34 invece di 36 per chi ha svolto attività gravose.

Ma per i sindacati non è sufficiente.

Alessandro Sartoretto