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Contenuto dell'articolo
- Un rinnovo contratti deludente e un aumento di stipendio molto poco dignitoso, questo è il pensiero della Corte dei Conti e dei sindacati che non hanno firmato per l’attuale rinnovo contratti statali.
- Alessandro Sartoretto
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Un rinnovo contratti deludente e un aumento di stipendio molto poco dignitoso, questo è il pensiero della Corte dei Conti e dei sindacati che non hanno firmato per l’attuale rinnovo contratti statali.
L’accusa della Corte dei Conti punta il dito sul fatto che tutte le risorse economiche siano andate ad incrementare solo il salario dei lavoratori, senza pensare di incrementare la produttività e l’efficienza. Non è stata inserita alcuna voce riguardo a meriti lavorativi o produttività, non sono quindi state inserite risorse come bonus premiale. I sindacati pensano che non avrebbe avuto molto valore, in quanto è un contratto che scadrà il 31 dicembre 2018, nonostante ci siano stati anni di attesa e di blocco contrattuale. Forse l’importante era colmare il vuoto degli ultimi anni, con l’Aran che è stato d’accordo su questo punto.
Un ruolo importante è stato anche quello delle elezioni, se si analizza il pre-accordo del 30 novembre 2016 poco prima del referendum si nota la differenza rispetto alla direzione che hanno preso gli attuali contratti firmati, oltre alla velocità con la quale sono stati decisi a pochi giorni dalle elezioni. L’avvocato e politico Luigi Olivieri si esprime su questa vicenda dichiarando che sia la riforma Brunetta che la riforma Madia sono totalmente fallite, in quanto non forniscono elementi necessari per valutare la produttività del lavoro pubblico. Venne infatti chiuso il Civit, ovvero l’ente che doveva occuparsi del meccanismo di valutazione, lasciando che la valutazione venga lasciata a se stessa.
Il sistema in realtà ci sarebbe, basterebbe adattare le specificità delle amministrazioni pubbliche ai contenuti del decreto del Ministero del Lavoro 25 marzo 2016, che ha reintrodotto gli sgravi per il salario di produttività delle aziende private.
A quanto pare dunque una soluzione esiterebbe, il problema principale rimangono sempre e comunque le risorse da reperire.
Alessandro Sartoretto
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