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A luglio la definizione del contratto. Aumenti non a tutti
È a luglio che verrà discusso e ratificato il nuovo contratto con i relativi aumenti, dopo ben 7 anni di blocco.
E tra una settimana l’accordo che riduce da undici a soli quattro i comparti del pubblico impiego, raggiunto tra i sindacati e l’Aran, l’agenzia che tratta per il governo il rinnovo del contratto, tornerà in consiglio dei ministri.
È praticamente certo si concentrerà le poche risorse disponibili soprattutto sui redditi medio-bassi. Il ministro Madia non ha però intenzione di indicare una soglia di reddito precisa sotto cui far scattare gli aumenti sulla parte tabellare dello stipendio. Sarà oggetto di contrattazione tra Aran e sindacati.
Le ipotesi fatte su quale potrebbe essere la soglia limite sono molte. Una di queste prevede la replica dello schema degli 80 euro. Questo vorrebbe dire concedere gli aumenti tabellari di stipendio solo a chi guadagna meno di 26 mila euro. Facendo così, di tre milioni di statali, 800mila riceveranno circa 30 euro al mese di aumento in busta paga.
Per quanto riguarda salari accessori e premi legati alla produttività, viene indicato di seguire provvisoriamente le regole della legge Brunetta, con la previsione di avviare un percorso che ne renda meno rigida l’applicazione specie nei confronti delle mansioni più basse: il 50% dei premi corrisposto al 25% più produttivo, la restante metà divisa tra il 50% della fascia di lavoratori «nella media». Per il 25% che ottiene la valutazione più bassa nessun incentivo.
Alessandro Sartoretto
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