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- Da anni si dice che uno dei modi più efficaci per combattere l’evasione fiscale sia quello di ridurre al minimo l’uso del contante a favore della carta di credito o bancomat, ma pur avendo abbassato il limite del primo a 1000 € le transazioni elettroniche non superano le due su dieci.
- Alessandro Sartoretto
Da anni si dice che uno dei modi più efficaci per combattere l’evasione fiscale sia quello di ridurre al minimo l’uso del contante a favore della carta di credito o bancomat, ma pur avendo abbassato il limite del primo a 1000 € le transazioni elettroniche non superano le due su dieci.
Inoltre un eccessivo uso del contante costa allo stato Italiano una tassa che vale circa otto miliardi di euro (0,52% del pil) ; l’Italia e’ in coda alla classifica europea per uso di moneta elettronica… Perché?
Il motivo principale sembra sia quello culturale, oltre al sommerso che svolge un ruolo cruciale, infatti siamo i fanalini di coda in Europa assieme alla Grecia che ha un evasione fiscale addirittura superiore alla nostra; il governo sta cercando di trovare una soluzione al problema e le proposte non mancano ma spesso sono all’opposto tra loro: c’è chi propone una tassa sui versamenti oltre una certa soglia e chi di innalzare da 1.000 a 3.000€ il limite per il pagamento in contanti. Si potrebbe iniziare dalla pubblica amministrazione obbligandola ad effettuare tutti i pagamenti con moneta elettronica; si potrebbero introdurre incentivi fiscali sia a chi paga che a chi acquista in forma elettronica (questo sistema ha dato ottimi risultati in Corea del Sud per il contrasto all’evasione); inoltre dovremmo iniziare una rivoluzione culturale che dica ai cittadini che le carte sono sicure e accelerano la trasparenza: MasterCard per esempio proporrebbe uno sconto del 2% sull’IVA quando una persona utilizza la carta.
Sicuramente una proposta incentivante sarebbe quella di ridurre i costi per i commercianti che si vedono “appioppare” una commissione dal 1 al 4% nel caso in cui il cliente paghi con la carta di credito. Di fatto i dati parlano chiaro: in Italia 8 pagamenti su 10 avvengono in contanti, contro i 6 della media europea, e nel 2013 i pagamenti per abitante sono stati 73 a dispetto dei 203 della media Ue.
Dalla parte dei consumatori si ribadisce il fatto che pagando in contanti si ha uno sconto e che le carte di credito costano anche a loro (ma per la spesa l’unico costo e’ il canone). A poco serve la nuova legge che imporrebbe ai commercianti di permettere l’utilizzo di carta di credito per importi superiori ai trenta euro, il terminale Pos dovrebbe essere obbligatorio, ma per i piccoli commercianti ed artigiani è più un costo (fisso annuale più commissioni) che un guadagno; inoltre la legge non prevede sanzioni per questo caso specifico, quindi molti negozianti sono restii dall’installare il Pos e dall’accettare i pagamenti con carta. Sono stato da poco a Londra ed ho pagato un pacchetto di gomme con il Bancomat…
Chi vincerà questa battaglia titanica???