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La Cgil ha proposto un referendum per abrogare la legge sul lavoro voluta dal Governo Renzi, che ha portato modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Sono state depositate 3,3 milioni di firme per l’abrogazione della Jobs Act e delle regole sul licenziamento, in quanto le attuali regole sarebbero più a favore del datore di lavoro, che avrebbe la possibilità di licenziare i dipendenti molto più facilmente ed affrontando costi minori.
Il sindacato, guidato da Susanna Camuso, ha molte volte affrontato questo tema, perché il nuovo contratto a tutele crescenti cancellerebbe il diritto per un lavoratore di essere reintegrato in caso di licenziamento ingiustificato, salvo in caso di licenziamento indiscriminatorio o disciplinare.
Già a luglio 2016 la Cgil ha mostrato un grosso consenso da parte dei lavoratori ottenendo un numero di firme che fa capire l’esigenza di affrontare il problema. I fascicoli sono stati depositati in Cassazione, bisognerà quindi attendere l’esito della Corte Costituzionale, che in caso positivo darebbe il via ad un referendum abrogativo.
Questo referendum sul Jobs Act e sul licenziamento si presenterebbe solo dopo pochi mesi dal referendum del 4 dicembre, infatti è proprio dalla grande partecipazione popolare di quest’ultimo (affluenza del quasi 70%) che farebbe pensare alla possibile accettazione da parte della Corte Costituzionale.
Uno dei sostenitori del No allo scorso referendum, Stefano Rodotà, in un intervista dichiara che nel 2017 ci potranno essere tre referendum da parte della Cgil, per rendere i cittadini partecipi e non delegati dalla rappresentanza.
La prima proposta del referendum sarebbe relativa al ripristino dell’articolo 18, sul licenziamento, dove il datore di lavoro è chiamato ad indennizzare il licenziamento del dipendente sulla base della durata del contratto di lavoro, diventando dunque un “licenziamento economico”.
Altra abrogazione del referendum riguarda il lavoro accessorio, cioè il lavoro retribuito mediante voucher, oltre anche alla possibile abrogazione delle norme della Legge Biagi modificata alla Legge Fornero.
I cosiddetti voucher, introdotti per contrastare il lavoro in nero sono diventati una vera e propria piaga per i lavoratori, portando l’aumento della precarietà. Inoltre per quanto riguarda la Legge Fornero, in caso di violazioni nei confronti del lavoratore saranno chiamati a rispondere gli enti che affidano l’appalto e l’impresa appaltatrice.
Tre temi fondamentali per i lavoratori dunque, che in questa settimana dovrebbe portare ad una risposta sulla possibile ammissibilità del referendum, che dovrebbe poi richiamarci alle urne nel 2017.
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