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Come spesso succede la notizia è passata sotto traccia e di sicuro ben pochi sanno cosa sia il Bail – in…

Bail - inRisulta quindi fondamentale informarsi presso la propria banca e non solo, sui cambiamenti legislativi in atto che rischiano di farci rimettere di tasca nostra, nell’eventualità in cui l’istituto bancario si trivi in difficoltà.

Venerdì è stata approvata dal governo la legge sul Bail – in, ovvero il provvedimento secondo cui, dal primo gennaio 2016, il salvataggio delle banche in difficoltà dovrà avvenire anche con il supporto dei creditori della banca stessa.

Cosa significa? Cerco di spiegare meglio…

Con questa misura si punta a definire un quadro armonizzato a livello europeo, in caso di risanamento delle banche in crisi, ma soprattutto si cerca di ridurre al minimo l’impatto sulle casse dello Stato in caso di eventuali salvataggi.

Atteso da mesi, il testo approvato venerdì diventa un tassello fondamentale, ma non sufficiente, a far scattare il salvataggio delle quattro banche sull’orlo del fallimento ( Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti).

Così facendo l’Italia si allinea alle richieste europee sul tema della disciplina dei piani di risanamento bancari, dell’amministrazione straordinaria e della liquidazione coatta amministrativa, definendo nel dettaglio poteri e funzioni dell’autorità di risoluzione nazionale.

Cosa succederà?

Dal primo gennaio, nel caso in cui una banca finisca in dissesto, a contribuire al salvataggio saranno chiamati in prima battuta gli azionisti della banca, poi i detentori di obbligazioni subordinate e senior, infine i correntisti con liquidità superiore a 100.000€ sul conto corrente.
Ad azionisti e creditori invece, sarà richiesto un contributo pari all’ 8% del passivo della banca in crisi. Oltre questi importi interverranno le banche tramite il fondo di risoluzione.

Una rivoluzione che rischia di mutare anche le abitudini dei clienti bancari, che per non trovarsi delle brutte sorprese potrebbero decidere di tornare a mettere i soldi sotto il materasso come i nostri nonni o a trovare altre soluzioni ben più fantasiose e magari poco trasparenti, al fine di tutelare la propria liquidità.

Una rivoluzione o una retrocessione? Staremo a vedere…

Alessandro Sartoretto

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