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Da tempo eravamo in attesa di notizie sul famoso rinnovo dei contratti ormai fermi da sette anni.
Il Governo Renzi ha stabilito alcune novità  sull’aumento dello stipendio per i dipendenti Statali.
Siamo però ancora fermi sia sull’argomento importi da stanziare, sia sui tempi di erogazione, con l’ipotesi di 900 milioni di euro da parte del Governo suddivisi in quattro anni. Se fosse la realtà bisognerebbe attendere fino al 2019 per arrivare all’aumento stabilito, anche se si dovrebbe trattare di una cifra maggiore. Pare che l’aumento sarebbe di circa 40 o 50 euro mensili netti in busta paga, con discussioni anche su riconoscimenti professionali spendibili presso la Pubblica Amministrazione. Deriverebbero dalla Legge di Stabilità 2017 un terzo dei fondi, con i sindacati che chiedono insoddisfatti di trattare su cifre più alte.
La Cisl dichiara che con la seguente manovra non sarebbe possibile allineare i rinnovi contrattuali e quelli erogati dai privati, in quanto gli aumenti non coprirebbero le perdite dovute al blocco dei contratti statali. Servirebbero quindi circa 180 euro al mese per un’equa copertura.
Renzi punta molto sul rinnovo della Pubblica Amministrazione, per renderla più efficiente, efficace e a portata del cittadino. La UIL lancia una proposta, ovvero defiscalizzare la quota del salario accessorio, che è in linea con quello privato, per rendere più pesante la busta paga dei dipendenti pubblici. Questo valorizzerebbe maggiormente il Pubblico Impiego, andando nella direzione voluta da Renzi.
Sempre Cisl propone di sostituire la politica dei diritti con quella dei Bonus, non permettendo però intesa facile anche con i sindacati.
Oltre a queste novità ci sarà da aggiungere il bonus Renzi di 80 euro proveniente della Legge di Stabilità. Verrà automaticamente accreditato in automatico sulla busta paga del lavoratore dopo che il datore avrà valutato i parametri sulle specifiche reddituali. Le categorie di lavoratori a cui spetta sono:
Lavoratore dipendente e assimilati:
  • Socio di cooperative;
  • Percettore di indennità di mobilità o cassa integrazione;
  • Lavoratore a progetto;
  • Lavoratore a tempo determinato;
  • Lavoratori socialmente utili;
  • Chi è titolare di un assegno legato alla formazione professionale o a borse di studio;
  • Lavoratore disoccupato che percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi
  • Percettore di remunerazioni sacerdotali.
I collaboratori domestici, essendo senza sostituto d’imposta, devono invece recuperarlo attraverso la dichiarazione dei redditi.
Per quanto riguarda invece i requisiti di reddito:
  • Avere un reddito superiore agli 8.000 euro;
  • Avere un reddito inferiore ai 24.000 euro.
Nel caso in cui, il reddito annuale lordo, calcolato al netto dell’abitazione principale e delle eventuali indennità percepite come anticipo del TFR, dovesse superare nell’anno le suddette soglie, sia massime che minime, il bonus andrà restituito.
I dipendenti pubblici dovranno quindi solo attendere i risultati degli incontri informali programmati nei prossimi giorni.

Alessandro Sartoretto

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