Ape, Mediazione sindacati e governo: pensione anticipata a 63 anni

Sindacati: l’uscita anticipata a 63 anni. Possibile lasciare il lavoro fino a tre anni e sette mesi prima.

Nell’incontro tra i sindacati e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, svoltosi al Ministero del Lavoro, è stato deciso che il lavoratori potranno usufruire dell’Ape (anticipo pensionistico) dall’età di 63 anni. Questo è il risultato della mediazione, come riferisce il segretario confederale Cisl Maurizio Petriccioli. Il periodo anticipato sarà quindi di 3 anni e 7 mesi.
Il segretario confederale Uil, Domenico Proietti riferisce che questo sistema avrà una sperimentazione di due anni.

Da parte loro i sindacati vogliono la certezza che non ci siano penalizzazioni per i disoccupati di lungo corso, le persone che hanno svolto lavori usuranti e che hanno iniziato a lavorare molto presto. E per quanto riguarda le pensioni in essere chiedono di estendere la quattordicesima a chi percepisce un reddito di circa mille euro.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, pur non avendo partecipato all’incontro, ha dichiarato di essere fiducioso sul buon esito dell’accordo con i sindacati: “Poiché parliamo di un contesto molto largo, credo che comunque sia importante e ragionevolmente prevedibile un apprezzamento del lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo proprio perché abbiamo portato questo tema dentro la legge di bilancio e lo faremo in maniera condivisa o, comunque, a seguito di un confronto molto approfondito”.

Ma spieghiamo meglio cos’è l’Ape (anticipo della pensione)
Questo sistema, che dovrebbe entrare in vigore dall’anno prossimo, permetterà a tutti i lavoratori nati tra il 1951 e il 1954 di andare in pensione in anticipo di uno, due o tre anni e sette mesi, accollandosi però parte del costo.
In pratica chi richiede la pensione anticipata sottoscrive un prestito previdenziale della durata di 20 anni (il cui costo sarà variabile a seconda dell’ammontare della pensione e della durata dell’anticipo: si va dal 4-5% fino al 15%).

Per i disoccupati e i lavoratori in condizioni disagiate l’Ape sarà completamente gratuito.
Tra le ultime novità c’è la rata di ammortamento che dovrebbe essere azzerata per le pensioni che arrivano a 1.200 euro netti, mentre oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese (per i soliti 20 anni) per tutti gli altri che richiederanno anticipi di un anno e salirà a 150/200 euro al mese se l’anticipo sarà invece di tre anni.

Nella riforma, inoltre, sono previste maggiori vantaggi per i lavoratori precoci e per chi svolge lavori usuranti, anche se, spiegano i sindacati, su questo argomento “c’è ancora un confronto in corso”. Dovrebbero rientrarci probabilmente categorie come quelle dell’edilizia, delle maestre d’asilo e degli infermieri.

Infine si ipotizza dall’anno prossimo la ricongiunzione dei contributi a titolo completamente gratuito, in quanto al momento risulta eccessivamente oneroso per la maggior parte dei lavoratori.

Alessandro Sartoretto