Cosa sta realmente succedendo a Treviso, nelle filiali di Veneto Banca?

Parla un ex dipendente trevigiano che due anni fa ha deciso di licenziarsi a causa di alcune “pressioni” che gli sono state fatte.
Vediamo cosa ha deciso di svelare Giuseppe…

0d7764695c55c5d1c3edadce4a2a2cb9_LPer quanto riguarda le azioni offerte, erano davvero così sicure? Quello che succedeva in realtà era ben altro; poco importava alla banca se a comprare le azioni fossero imprese, pensionati o piccoli consumatori, venivano offerte come sicure a prescindere dall’interesse del singolo cliente.

Ma possibile che nessuno abbia fatto obiezione? Certo che si, ma l’unico ordine e interesse era “fare patrimonio”.
Di chi stiamo parlando? Chi sono i veri responsabili? Sicuramente i funzionari della banca, che tutt’ora rivestono cariche importanti, sono loro che hanno spinto i dipendenti delle filiali a vendere azioni poco sicure a clienti inconsapevoli del rischio che stavano correndo. Almeno questa è stata l’esperienza di Giuseppe quando lavorava nell’istituto di credito.

Inoltre, sottolinea l’intervistato, chi vendeva di più veniva ricompensato; lui stesso in passato ricevette la proposta di un innalzamento di grado, anche se non aveva competenze adeguate in ambito finanziario…ma questo non era secondario, l’importante era solo vendere!
E a coloro che non erano in grado di raggiungere l’obiettivo richiesto veniva cambiato il ruolo e il luogo di lavoro.

Questi poveri clienti non ricevevano nessun documento informativo sulle azioni che stavano acquistando? Certo che si! Ma ovviamente non erano chiarissimi e dall’altra parte vi era una banca (di cui avevano fiducia) che li spingeva ad acquistare.

Giuseppe specifica che prima del 2010 la situazione non era questa, è iniziata a cambiare in seguito alle acquisizioni delle altre banche. Risulta chiaro che ogni banca cerca di tutti i modi di raggiungere i propri obiettivi, ma quello che è successo in Veneto Banca è diverso: vendere e basta, senza spiegazioni, senza chiarezza, senza pensare minimamente ai guai in cui si sarebbero trovati i clienti e senza pensare alla perdita di credibilità che la banca avrebbe avuto.

In conclusione, chi è il colpevole? Di sicuro la colpa non è da attribuire interamente a Vincenzo Consoli, né ai direttori di filiale… è l’intero sistema ad essere stato gestito male, a vari livelli.

 Alessandro Sartoretto