Prevista per il prossimo febbraio la partenza con la QUOTA 100, ma non tutti potranno beneficiarne.

Cos’è la quota 100?

La Quota 100 è una misura economica fiscale prevista dal contratto di governo tra Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e Lega di Matteo Salvini.
Grazie alla Quota 100, i dipendenti pubblici e statali che abbiano come requisiti minimi 62 anni di età e 38 anni di contributi.

In presenza di questi requisiti potranno richiedere di andare in pensione prima rispetto alle normative previste dalla legge Fornero.

Se questa misura verrà attuata, per il solo 2019, si calcola che 400 mila lavoratori andranno in pensione anticipata, con un costo per le casse dello Stato che si aggira agli 8 miliardi di euro.

Quando partirà la Quota 100?

Non sappiamo con precisione quando inizierà questa “riforma” delle pensioni.
Se si dovesse rientrare nei tempi previsti, Quota 100 partirà nei primi mesi del 2019, ma si fa sempre più chiacchierata la possibilità di un ritardo sulla tabella di marcia.

La riforma slitterebbe alla  primavera del 2019, ritardo che andrebbe ad alleggerire notevolmente le tasche dello stato.
Bisogna tener conto però che la prima finestra di uscita anticipata era ad Aprile 2019, disponibile quindi per tutti quelli che iniziavano a maturare i requisiti minimi da Gennaio del prossimo anno.

Le finestre previste sono:

  • ogni 3 mesi per i lavoratori privati
  • ogni 6 mesi per i lavoratori pubblici
  • 1 all’anno per il personale scolastico

che potrebbero, quindi, variare in base alla data effettiva dell’inizio della riforma.

Paletti Quota 100

Sono”troppe” le persone interessate ad aderire alla misura.
Per questo motivo sono stati introdotti alcuni paletti nella riforma pensione per cercare di ridurne l’impatto economico che avrà sulle casse dello Stato.
L’adozione di questi paletti ridurrà inevitabilmente la platea dei beneficiari.

Uno dei paletti riguarda il divieto di cumulo redditopensione.
Una volta andati in pensione con la misura Quota 100 non sarà possibile riprendere a lavorare per i 5 anni successivi (fino ai 67 anni).
Il dipendente che andrà in pensione anticipata, percepirà un assegno mensile più basso rispetto a quello previsto dalla vecchia riforma.

Restiamo in attesa della stesura della “riforma” pensioni Quota 100.